giovedì, Novembre 21, 2024
Economia

PNRR a Sud del 42° Nord:

Analisi del dott. Roberto Bevacqua

Il PNRR, in coerenza strategica con il Piano Sud 2030, persegue il riequilibrio territoriale e il
rilancio dello sviluppo del Sud come priorità trasversale a tutte le missioni. gli interventi del PNRR
con le politiche di coesione europee e nazionali in corso di programmazione, al fine di
massimizzare l’impegno aggiuntivo per la coesione territoriale, favorendo sinergie e
complementarietà fra le risorse provenienti dal RRF, quelle fornite da REACT-EU, e la quota
anticipata del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027. In tal modo, vengono ulteriormente
incrementate la dimensione e l’intensità degli interventi per il Mezzogiorno previsti dal Piano,
soprattutto per quanto riguarda le dotazioni infrastrutturali e sociali e per le politiche volte a
migliorare la qualità e il livello dei beni e dei servizi pubblici essenziali (istruzione, ricerca, accesso
alle tecnologie digitali, tutela e qualità dell’ambiente, infrastrutture per la mobilità sostenibile,
infrastrutture sociali). Le risorse del programma REACT-EU integrano la strategia del PNRR per un valore complessivo,
stimabile oggi, di 13 miliardi di euro, destinate per il 67,4% al Mezzogiorno, daranno inoltre
continuità agli interventi per contrastare i pesanti effetti economici e sociali della pandemia,
rafforzando il contributo già fornito dalla politica di coesione con gli accordi di riprogrammazione
Per cogliere l’opportunità di colmare i divari che caratterizzano l’Italia e in particolare il
Mezzogiorno in materia di tecnologie e competenze digitali delle imprese si prevede di integrare le
risorse del PNRR per finanziare interventi a sostegno dell’innovazione nelle PMI supportando, in
particolare,:
Gli investimenti orientati alla trasformazione tecnologica e digitale,
Il Fondo centrale di Garanzia ed il finanziamento di dottorati innovativi.
Una quota rilevante delle risorse contribuisce a finanziare la Fiscalità di vantaggio per il sostegno al
lavoro regolare e stabile nel Sud

Gli interventi per l’inclusione sociale sono concentrati sulle città metropolitane e sul
rifinanziamento del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD).
REACT-EU finanzia interventi finalizzati:
– alla transizione ecologica che riguardano l’economia circolare e la valorizzazione del ciclo
integrato dei rifiuti,
-l’efficientamento energetico degli edifici che rientrano nel patrimonio dello Stato,
-la realizzazione di reti elettriche “intelligenti” nelle Regioni del Mezzogiorno e di infrastrutture
verdi urbane.
-Inoltre, utilizzando il veicolo del PON Ricerca e Innovazione si prevede di finanziare più di 2.500
contratti di ricerca e oltre 6.800 borse di dottorato su tematiche green.
-potenziamento dell’investimento in istruzione terziaria sostenendo, nelle Regioni del Mezzogiorno,
interventi a tutela del diritto allo studio superiore con l’erogazione di borse di studio e attraverso
l’esonero dal pagamento delle tasse universitarie.
-il cablaggio interno degli edifici scolastici al fine di garantire l’effettività del Piano Banda ultra
larga dedicato alla digitalizzazione delle scuole con l’obiettivo di trasformare le classi in ambienti
didattici innovativi.
-Altre iniziative mirano a potenziare il Sistema Sanitario Nazionale nel suo sforzo di contrasto al
Covid-19, 180
Ai fini dell’integrazione nel PNRR, la programmazione nazionale del FSC (fondo coesione sociale)
2021-2027 per un valore di 21,2 miliardi di euro. L’obiettivo è rafforzare, a livello sia generale che
di concentrazione nel Mezzogiorno, il volume degli investimenti aggiuntivi finanziati attraverso la
componente loans del RRF.
Il ricorso alle risorse del FSC, nell’ambito del PNRR, è destinato esclusivamente al finanziamento
di interventi addizionali e complementari, coerenti con gli obiettivi di riequilibrio territoriale e di
sviluppo del Sud, propri della politica di coesione nazionale.
consentirà una significativa accelerazione della capacità di utilizzo delle risorse del Fondo e di
realizzazione degli investimenti.
La politica di riequilibrio territoriale è rafforzata con il cospicuo pacchetto di misure dedicate al Sud
e alla coesione territoriale, a partire dalla proroga fino al 2022 del credito di imposta per gli
investimenti in beni strumentali e dal rafforzamento di quello per ricerca e sviluppo nelle Regioni
meridionali. L’impatto delle politiche e degli investimenti nel Mezzogiorno è rafforzato dalla
conferma fino al 2029 della Fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud, cioè la riduzione del 30 per
cento dei contributi previdenziali a favore delle imprese

5 INVESTIMENTI E RIFORME PER LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE
Impiegando le risorse nazionali della coesione FSC 2021-2027 non ancora programmate, è stato
possibile incrementare gli investimenti di circa 20 miliardi per nuovi progetti in settori importanti,
che comprendono la rete ferroviaria veloce, la portualità integrata, il trasporto locale 37 sostenibile,
la banda larga e il 5G, il ciclo integrale dei rifiuti, l’infrastrutturazione sociale e sanitaria del

Mezzogiorno. Le risorse complessivamente allocate nelle sei missioni del PNRR sono pari a circa
210 miliardi. Di questi, 145,22 miliardi finanziano “Nuovi progetti”, mentre i restanti 65,7 miliardi
sono destinati a “progetti in essere” che riceveranno, grazie alla loro collocazione all’interno del
PNRR, una significativa accelerazione dei profili temporali di realizzazione e quindi di spesa

L’elevato impatto del Piano nel rilancio degli investimenti pubblici al Sud produce conseguenze
positive non solo per l’economia dell’area ma per l’intero Paese. Il grado di interdipendenza
economica fra le due aree, infatti, è molto forte. Istituti di ricerca e la stessa Banca d’Italia
confermano che investire nel riequilibro territoriale della spesa per investimenti pubblici non solo
riattiverebbe il processo di sviluppo del Sud, ma avrebbe effetti positivi sull’intera economia
nazionale. Inoltre, tutti i modelli macroeconomici su base regionale evidenziano l’elevato valore del
moltiplicatore degli investimenti pubblici nelle Regioni meno sviluppate.
Le simulazioni mostrano che già alla fine del primo triennio del Piano il PIL delle Regioni del
Mezzogiorno aumenterebbe in misura compresa fra quasi 4 punti percentuali e quasi 6 punti
percentuali. Assai significativi sarebbero anche gli impatti occupazionali, che si situerebbero in un
intervallo fra i 3 e i 4 punti percentuali. Valutazioni sono anche in corso per quanto attiene agli
impatti delle misure del PNRR volte a contrastare le disuguaglianze di genere e quelle a favore delle
nuove generazioni e dell’occupazione giovanile. Sono misure presenti trasversalmente in tutte le
missioni del Piano, come richiamato più volte nel documento, e con particolare forza in quelle
“Istruzione e ricerca”, “Inclusione e coesione”, ma anche nella riforma e innovazione della P.A.,
oltre che in alcune azioni mirate come quelle volte al potenziamento dei servizi di asili nido e per la
prima infanzia.
Assieme alle riforme della pubblica amministrazione e della giustizia, alla transizione digitale ed
energetica, alle misure volte a ridurre i divari territoriali, il pieno coinvolgimento delle donne e dei
giovani nella rinascita del Paese che il nostro Piano promuove è l’obiettivo più alto che mira a
rendere l’Italia protagonista del Rinascimento europeo, contribuendo a migliorare
significativamente il sentiero di crescita del nostro PIL nel medio periodo.
La Legge di Bilancio, come richiamato, ha già previsto un esonero contributivo triennale per le
assunzioni di giovani fino a 35 anni (prolungato per i giovani del Sud) e biennale per l’assunzione
delle donne. In particolare l’incremento delle risorse per la formazione scolare, universitaria e
successiva, il potenziamento degli ITS, dell’istruzione nelle materie STEM e delle competenze
digitali e – infine – la lotta per l’inclusione educativa garantiranno una migliore preparazione ai
giovani favorendone l’ingresso nel mondo del lavoro.
L’intero Piano sarà valutato in un’ottica di gender mainstreaming.

investimenti infrastrutturali decisivi per lo sviluppo della Calabria, tra cui l’alta velocità
ferroviaria fino a Reggio Calabria, il completamento della Statale 106, la Strada del Medio

Savuto, la Trasversale delle Serre, gli aeroporti, il collegamento ferroviario tra Catanzaro, la
stazione e lo scalo di Lamezia, il porto di Gioia Tauro, senza dimenticare il Ponte sullo
Stretto”.

È sotto gli occhi non solo degli analisti che si sono occupati della valutazione quali-
quantitativa degli impieghi e dei risultati della spesa dei fondi strutturali negli ultimi
decenni, ma dei cittadini che quei territori li abitano e li vivono, che la
programmazione regionale dei fondi europei è stata inefficiente e poco efficace. Se a
questo si aggiunge che i fondi per il riequilibrio e la coesione sociale è stato via via
edulcorato e la spesa in investimenti dello Stato per le aree meridionali si è ridotta
negli anni o si è persa in progettualità avulse dal concetto di competitività
infrastrutturale non solo di quelle aeree ma del contesto nazionale ed europeo, si
comprende come sia necessario sia un netto miglioramento della qualità istituzionale
delle regioni meridionali, sia un coordinamento programmatico-gestionale tra
regioni governo e unione europea. Solo attraverso una cabina di regia nazionale e
una classe dirigente competente potrà garantire che le risorse economiche nazionali e
europee si traducano in investimenti strategici per i territori in particolare e per il
Paese in generale traducendosi in uno sviluppo omogeneo del paese, una maggiore
competitività internazionale del tessuto imprenditoriale e una maggiore qualità del
livello di vita dei cittadini.

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