domenica, Marzo 9, 2025
Politica

J.D. Vance Elegia Democratica

Analisi del discorso del Vicepresidente Americano alla conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera

di Antonio Chizzoniti

 

Oltre ai prevedibili riferimenti alla necessità che l’Europa contribuisca maggiormente alla propria sicurezza il discorso del vicepresidente americano J.D. Vance alla conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera può essere definito, con richiamo suggestivo, un’elegia democratica.

Lo schietto Vance è probabilmente riuscito ad esprimere con chiarezza ciò che i politici europei e l’intero pensiero mainstream hanno paura di ammettere, ovvero che la minaccia più grande alla sicurezza del vecchio continente non proviene da attori esterni ma bensì cova al suo interno ed è rappresentata dall’abbandono graduare e inesorabile dei propri valori fondamentali.

Probabilmente il giovanotto del Rust Belt riesce ad analizzare più lucidamente una situazione che vissuta dall’interno appare intricata e difficilmente delineabile, un po’ come accade quando si chiede consiglio ad un amico su una vicenda personale e la risposta ci stupisce pur nella sua semplicità “Dobbiamo fare di più che parlare di valori democratici. Dobbiamo viverli”.

Cos’è rimasto della guerra fredda? di quella cordata di ottimismo e valori che sono riusciti a vincere la visione grigia e atea dell’URSS?… Vance risponde così “oggi a Bruxelles i commissari dell’UE avvertono i cittadini che intendono chiudere i social media in periodi di disordini civili, nel momento in cui individuano ciò che hanno giudicato essere contenuto d’odio … il Regno Unito, dove l’arretramento rispetto ai diritti di coscienza ha messo le libertà fondamentali della Gran Bretagna religiosa nel mirino. Poco più di due anni fa, il governo britannico ha accusato Adam Smith-Connor, un fisioterapista e veterano dell’esercito di 51 anni, dell’atroce crimine di essersi fermato a 50 metri da una clinica per l’aborto e di aver pregato in silenzio per tre minuti. Senza ostacolare nessuno. Senza interagire con alcuno. Pregava in silenzio da solo. Dopo che le forze dell’ordine britanniche lo avevano individuato e gli avevano chiesto per cosa stesse pregando, Adam aveva semplicemente risposto: Era per il figlio non ancora nato che lui e la sua ex fidanzata avevano abortito anni prima. Gli agenti non si sono scomposti. Adam è stato dichiarato colpevole di aver infranto la nuova legge governativa sulla c.d. zona cuscinetto, che criminalizza la preghiera silenziosa e altre azioni che potrebbero influenzare la decisione di una persona entro 200 metri da una struttura per l’aborto.”

Vance incalza affermando che questa pulsione alle censure ha trovato nel recente passato terreno fertile negli USA allorquando la precedente amministrazione ha “minacciato e intimidito le aziende di social media affinché censurassero la cosiddetta disinformazione” ma ha anche avvisato che oggi c’è “un nuovo sceriffo a Washington” arrivando poi a pronunciare la più ovvia, banale ma al tempo stesso sacra definizione di democrazia “potremmo non essere d’accordo con le vostre opinioni, ma combatteremo per difendere il vostro diritto di esprimerle nella piazza pubblica, che siate d’accordo o meno…” ed ecco di colpo riapparire la stella polare del destino manifesto.

Proprio quella convinzione che ha reso grande l’America unendo sotto Dio e la bandiera popoli diversi illuminati dalla presuntuosa speranza di avere un sacro dovere, quello di esportare la democrazia.

Un Europa anestetizzata e inebriata dal proprio autoconvincimento di essere campionessa di politically correct non riesce più ad ascoltare la voce dei cittadini, arrivando addirittura ad escludere i rappresentanti di partiti che non convergono nel pensiero dominante. Purtroppo, la realtà europea appare essere divisa tra i palazzi del potere dove la vita scorre diversamente, e la realtà delle città. Un luogo dove dei tecnici spiegano alle famiglie come sia giusto, anche se non si arriva alla fine del mese, avventurarsi ad occhi chiusi nella transizione ecologica e di come si possa essere sbagliati ed ignoranti se si prova a mettere in dubbio tale visione.

Altro interrogativo dirimente prospettato da Vance è stato “Da che cosa dobbiamo difenderci?”…“Qual è la visione positiva che anima questo patto di sicurezza condiviso che tutti noi crediamo sia così importante? E credo profondamente che non ci sia sicurezza se hai paura delle voci, delle opinioni e della coscienza che guidano il tuo stesso popolo”… “Se vuoi godere di economie competitive, se vuoi godere di energia a prezzi accessibili e catene di approvvigionamento sicure, allora hai bisogno di mandati per governare, perché devi fare scelte difficili per godere di tutte queste cose. E naturalmente, lo sappiamo molto bene in America. Non puoi ottenere un mandato democratico censurando i tuoi oppositori o mettendoli in prigione.” 

Rimando a voi la domanda, da cosa dobbiamo difenderci? Da una paventata invasione terrestre dell’Europa stile “Dossier Mitrochin” o dal tentativo chiaro e lampante di autodistruzione?. D’altronde un popolo è tale perché accomunato da valori, usi, costumi e credenze elimina questi fattori dall’equazione e troverai una massa di persone non più disposte a muovere un dito per il sacro dovere di difendere la patria così come positivizzato nell’art 52 della costituzione. Ed è a questo punto che popoli più identitari e fertili seppur in minoranza faranno ciò che noi non saremo più disposti a fare… combattere per difendere il proprio stile di vita.

Vance avrà fatto più o meno tale riflessione in quanto dopo l’interrogativo sopra riportato si è soffermato su un altro tema caldo quello dell’immigrazione affermando che “Nessun elettore vuole milioni di immigrati. Di tutte le sfide urgenti che le nazioni rappresentate qui affrontano, credo che non ci sia nulla di più urgente della migrazione di massa. Oggi, quasi una persona su cinque che vive in questo Paese si è trasferita qui dall’estero. Questo è, ovviamente, un massimo storico. È un numero simile c’è, tra l’altro, negli Stati Uniti, anche questo un massimo storico. Il numero di immigrati entrati nell’UE da Paesi extra-UE è raddoppiato solo tra il 2021 e il 2022.”

E se come dice Vance non vi è tema più urgente che quello delle migrazioni di massa, non vi è Paese in Europa che deve reagire velocemente quanto l’Italia punto di approdo naturale di questi flussi.

Per anni siamo stati bombardati dalla propaganda che tacciava di inumanità chiunque pensasse che tale fenomeno andasse arginato. Per anni ad ogni tragedia l’intero popolo italiano doveva sentirsi carnefice e in dovere di far di più arrivando ad estendere le zone di salvataggio quasi fino alle coste libiche. Per anni abbiamo inconsciamente alimentato un sistema criminale che traeva profitti sulla pelle di poveri disperati.

Qual è stato il risultato annunciato? le immagini del capodanno a Milano dove orde di ragazzini impunemente molestavano, picchiavano e offendevano non solo delle persone ma l’intero paese e ciò che rappresenta il tricolore. Quale sarà il futuro ? basta guardare oltralpe i nostri cugini Francesi.

D’altronde prosegue Vance “Sapete per cosa hanno votato i cittadini? In Inghilterra, hanno votato per la Brexit. E, che siate d’accordo o meno, hanno votato a favore. E sempre di più, in tutta Europa, votano per leader politici che promettono di porre fine alle migrazioni fuori controllo. Ora, mi capita di essere d’accordo con molte di queste preoccupazioni, ma non è obbligatorio essere d’accordo con me. Penso solo che le persone tengano alle loro case. Tengano ai loro sogni. Tengano alla loro sicurezza e alla loro capacità di provvedere a se stesse e ai loro figli. E sono intelligenti. Penso che questa sia una delle cose più importanti che ho imparato nel mio breve periodo in politica…Rispettiamo le opinioni dei cittadini, Contrariamente a quanto potresti sentire un paio di montagne più in là a Davos, i cittadini di tutte le nostre nazioni non si considerano generalmente animali istruiti o ingranaggi intercambiabili di un’economia globale. E non sorprende che non vogliano essere ignorati inesorabilmente dai loro leader. Ed è compito della democrazia giudicare queste grandi questioni alle urne”.

Brillante appare a chi scrive anche la conclusione del discorso di Vance “Credo che ignorare le persone, ignorare le loro preoccupazioni o, peggio ancora, chiudere i media, chiudere le elezioni o escludere le persone dal processo politico, non protegga nulla. In effetti, è il modo più sicuro per distruggere la democrazia. E se ci rifiutiamo di ascoltare quella voce, anche le nostre battaglie più vincenti garantiranno molto poco. Come disse una volta Papa Giovanni Paolo II, a mio avviso uno dei più straordinari campioni della democrazia in questo o in qualsiasi altro continente: “Non abbiate paura”. Non dovremmo avere paura della nostra gente, anche quando esprime opinioni che non sono d’accordo con la sua leadership”.

Quello di Vance oltre che un monito politico appare essere un manifesto futurista della democrazia, la quale necessita oggi per sopravvivere di grande coraggio, il coraggio di ammettere gli errori del passato, il coraggio di rimettere al centro del sogno europeo i valori che ci accomunano, il coraggio di difendere quei valori e infine il coraggio di scommettere sul nostro futuro.

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