giovedì, Novembre 21, 2024
Società

IL POTERE DELLA PAROLA: GLI INFLUENCER CI INFLUENZANO

Analisi della dott.ssa Ada Giorno

Le parole  scritte e orali   come strumento del pensiero e dell’azione hanno animato nel corso del tempo discussioni e ragionamenti di carattere teoretico ed etico che conducono ad  una dimensione basata  sui presupposti di un Occidente che fa di quest’ultima  il baluardo di una libertà basata su principi inalienabili.

In questa nuova prospettiva diviene fondamentale ricercare il senso e la funzione dei cambiamenti in atto,  partendo dalla  consapevolezza che, con l’utilizzo delle parole,  veniamo più o meno inconsciamente,  condizionati a fare qualcosa.

Oggi la  modalità di relazione all’interno dei rapporti umani è veicolata da  internet che, come  strumento di socialità,  ha assunto una natura “partecipativa” della convivenza sociale.                                                                                                                          

In siffatto contesto i social network mettono in rapporto il singolo con gruppi sempre più ampi e le relazioni da  stabili e statiche divengono  rapide, veloci e meno accurate producendo un cambiamento non solo quantitativo, ma anche qualitativo.   

E’ pur  vero che le conoscenze necessitano   di un ampliamento e che  Internet può essere visto anche come  strumento per ampliare le proprie conoscenze sociali ma,  la comunicazione web  e ciò che ne consegue  ha bisogno di regole necessarie a  trasmettere in modo adeguato il messaggio e  il pensiero di chi comunica e non solo perché nel mondo digitale  i social network fanno gola ad hacker, cyber criminali e falsari di dati, ma per il potere che n consegue nell’esercizio e uso  delle parole. Dovremmo, quindi,  cominciare a chiederci a chi vengono demandate  questioni di siffatta portata.   E nel cercare una risposta ci ritroviamo di fronte a  un personaggio popolare che è in grado di influenzare l’opinione pubblica, l’influencer.             

L’influenzatore,   è colui che è  in grado di condizionare, con i suoi messaggi, l’opinione pubblica in rete, i comportamenti e le scelte di un determinato gruppo di utenti e, in particolare, di potenziali consumatori. Un’analisi attenta, però ci  deve far  pensare a rischi e risorse del fenomeno. Come  possiamo cogliere e identificare  risorse, opportunità, e  rischi legati  a questo fenomeno?   In  che modo questo  fenomeno incide effettivamente sulle nuove generazioni?   come possiamo associare   alla visione corrente dell’influenzer un  vantaggio spendibile in seno all’educazione? In questa  visione potremmo,  dunque,   rappresentare un punto di partenza collocabile in una   prospettiva educativa e valoriale, che và  oltre il marketing.  Che presuppone una nuova visione della Scuola in grado di   ripristinare un  ruolo di orientamento virtuoso in ambito sociale, culturale, etico ed educativo. In tal caso diviene necessario   ricercare i vari significati  e immaginare le possibili prospettive fruttuose sugli scenari futuri di questo canale comunicativo. Il profilo  che si prospetta per la Scuola è dunque quello di una comunicazione ricca di contenuti di valore in grado di  scongiurare i  rischi di depauperamento e di superficialità e che  identifica, invece,  gli elementi che possono costituire interessanti spunti per un utilizzo ai fini educativi.           

In tal modo si ribadisce anche e soprattutto  il concetto che la tecnologia non determina il comportamento umano, ma  l’uso consapevole e responsabile  è coadiuvato dall’uomo  per l’uomo in una prospettiva di  rispetto  equo e solidale.

In siffatto contesto è necessario capire quali possono essere gli aspetti di significato da riprendere e valorizzare, perché l’ influencer possa ritornare ad essere il docente e la Scuola. Potremmo per esempio cominciare  a pensare che  le tecniche di persuasione, che utilizzavano nell’antica Grecia, sono molto vicine a quelle  degli  influencer.  Gli oratori  che  parlavano in pubblico utilizzavano  la retorica e la persuasione e la  teoria della persuasione politica si basava sul logos, sulla conoscenza, ma anche sulle emozioni e sulle virtù del politico. 

E nella ricostruzione delle strategie e del ruolo delle parole permane, dunque, ciò che di fatto è a fondamento del valore dell’umanità : la responsabilità delle azioni.  In questa prospettiva  le competenze di un influencer potrebbero diventare  condizioni necessarie per l’ottenimento del  successo scolastico che si manifesta come capacità di raccontare, di coinvolgere gli altri  facendo leva  sul desiderio di appartenere, di essere, di diventare, in un contesto che diventa  un ponte di congiunzione tra mondo digitale e mondo fisico  che guarda alla persuasione legata  ad un nobile valore che dalla  sinergia fra l’ambito  relazionale,  informatico  e  di marketing  si manifesta come  capacità creativa, abilità nel coinvolgere gli altri e di porsi obiettivi chiari e raggiungibili. 

Il ruolo strategico  della funzione è allora  riconducibile alle azioni che partendo dalla reputazione di una funzione  come valore sociale  è forte soprattutto nell’essenza e non nella forma.  In questi termini, il ruolo della Scuola,  diviene forza che deriva dalle azioni, dalle performance e competenze mostrate, una forza che si esercita nei sentimenti, intesa come fiducia corrisposta nelle aspettative e  tale da generare un significativo coinvolgimento emotivo che si traduce in simpatia o ammirazione, credibilità, fiducia e fedeltà. L’educazione, dunque, potrebbe contenere i rischi connessi con la sovraesposizione virtuale o anche l’impoverimento che ne consegue.

La scuola che si  riappropria  di questo strumento in modo forte ed esteso, potenzia il tema delle competenze e sostiene   i giovani attraverso  una formazione che punta all’apprendimento  attivo.  In conclusione, i contenuti, i valori,  di  questa  visione guardano alla   competenze e alla  responsabilità di una Scuola che alla stregua di un influencer intercetta con dovizia di visione le necessità evolutive di un’ umanità che si riappropria della parola che si manifesta nella coincidenza di   parole e intenzione, creazione e crescita.  Poiché pronunciando le giuste parole  ciò che è intenso appare, senza sforzo o elaborazione razionale da parte di chi parla.

Bibliografia e sitografia

●  www.dariovignali.net

 

 

 

 

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