Nota Di Roberto Bevacqua, Eurispes Regione Calabria, Su Maxi Inchiesta Condotta Da Gratteri
Nota di Roberto Bevacqua, Direttore Eurispes Regione Calabria
La maxi inchiesta dello scorso 19 dicembre, condotta dal procuratore capo della superprocura di Catanzaro Nicola Gratteri, ha evidenziato ancora una volta come le holding criminali siano ramificate in tutti i gangli della società civile e dell’apparato pubblico. Per anni sottovalutata dallo Stato e relegata a fenomeno criminale tribale è cresciuta nell’ombra, contaminando la politica, affiliando e penetrando tutti i settori della vita sociale, soffocando economie locali, espandendosi nelle floride attività economiche nazionali e investendo gli immensi proventi sui mercati internazionali, sfruttando spesso legislazioni deboli e poco attrezzate sul lato del riciclo del denaro di dubbia provenienza. Monopolio del traffico di droga e prestatore di ultima istanza la ndrangheta ha potuto vantare, e vanta appoggi e affiliati con capacità gestionali manageriali, di intermediazione, di supporto legale e di comitati di affari che gravitano in quella zona grigia che assume di volta in volta connotati di rappresentatività e di professionalità. La Calabria ancora una volta al centro di una rivolta al sistema che, però, passa per certi versi in sordina sulle sirene mediatiche nazionali, non tutte per carità. Il procuratore Gratteri ancora una volta “libera spazi” che la società civile dovrà occupare. Simbolo di una terra bellissima che vuole emergere e dimostrare tutte le sue capacità e le sue bellezze, violentata da traffici occulti che soffocano la visibilità della gente operosa, stuprata da rifiuti tossici che offuscano l’incanto dei suoi mari e delle sue montagne, ignorata dagli investimenti dello Stato che ne relega lo sviluppo e l’infrastrutturazione a mero fatto marginale. Bisogna chiamare a raccolta tutte le energie positive calabresi e meridionali per occupare questi spazi, ma per farlo non basta il lavoro di trincea svolto dalle procure e in primis da quella di Catanzaro, ma bisogna, partendo da queste, che la politica si rinnovi dal basso attraverso la partecipazione attiva dei cittadini, che la società civile comprenda che il familismo amorale è pratica anacronistica. Occorre che la scuola torni a essere momento di saldatura di etica e spirito civico, di formazione e integrazione. Ma prima di tutto è necessario che lo Stato, la Nazione, il Paese tutto stia vicino a chi si espone contro i fenomeni criminali, procure e forze dell’ordine, a chi lavora ogni giorno cercando di creare impresa e lavoro, dando le stesse opportunità, in termini di servizi e sicurezza, all’interno del territorio nazionale. Più volte, Eurispes Regione Calabria ha posto il problema dei livelli minimi di servizi, del differenziale territoriale della spesa per investimenti tra le diverse aree del Paese, degli investimenti strategici per gli asset infrastrutturali del sud integrati ai corridoi europei e trans europei, degli investimenti sul sistema scolastico, della pianificazione del paesaggio che riequilibri il differenziale di digitalizzazione tra aree trainanti e aree marginali. Il sud e la Calabria hanno bisogno di attenzione non di elargizioni preelettorali, di pari opportunità e non di cattedrali. Il costo di capitale umano e sociale dovuto all’abbandono dei giovani dalla Calabria e dal Sud determina un problema per tutto il paese, perché le arre di approdo non sono più quelle del nord ma quelle europee. Lo spopolamento di interi territori, pone e porrà sempre più problemi anche per il mercato interno, mentre le grandi sfide del futuro, che sono già in atto, come, l’intelligenza artificiale, la logistica internazionale, la digitalizzazione e la formazione di distretti tecnologici, vede l’Italia sempre più territorio marginale. Ci si salva dunque se si affrontano i problemi a livello sistemico, se si agisce in modo integrato per gli interessi nazionali. Affrontare le holding criminali vuol dire saldare il Sistema Paese alla cultura della legalità e della trasparenza opposta alla cultura del malaffare; affrontare la competizione internazionale vuol dire saldare il Sistema Paese, dal Trentino alla Sicilia, potenziando ed investendo sulle singole capacità dei territori, dando ad ognuno strumenti idonei ed integrati nel sistema per essere vincenti come Nazione, altrimenti, saremo destinati a un inesorabile declino.