giovedì, Novembre 21, 2024
Economia

Infrastrutture e governance del territorio Calabrese

A firma del direttore di Eurispes Regione Calabria- dott Roberto Bevacqua

Mai come oggi, con i repentini cambiamenti della nostra società, c’è la necessità di offrire, non solo ai decisori politici, un quadro di analisi puntuale della realtà che è in continua trasformazione, per l’interpretazione delle esigenze del tessuto socio economico regionale.

I processi di globalizzazione hanno portato opportunità anche per i territori marginali, ma anche maggiori rischi, più disagio sociale, maggiore insicurezza, incremento di competitività per merci e servizi e maggiori disuguaglianze.

La scuola e le competenze, quindi, ancora una volta, sono e saranno alla base del bagaglio tecnico, scientifico e culturale per affrontare le sfide che le nuove tecnologie informatiche già richiedono alla società.

In questi anni i territori che hanno ricevuto maggiore attenzione da parte dello Stato, oppure avuto una maggiore capacità di spesa qualitativa attraverso l’azione degli enti locali preposti al loro sviluppo strategico e che hanno investito sui fattori di conversione e  sulla capability dei territori stessi, hanno attuato uno step evolutivo che le ha poste in posizione di vantaggio rispetto ad altre aree concorrenti esterne come la nostra, ma anche rispetto ai loro territori intermedi e, soprattutto, rispetto alle aree marginali del loro hinterland.

Tutto ciò richiede una profonda riflessione sulla pianificazione delle aree urbane e delle aree allargate, ma anche del sistema nazionale competitivo ed evolutivo nel suo complesso.

L’efficienza e le pratiche di buona gestione dei servizi e la sinergia tra ambiente, sviluppo, lavoro, tecnologia e cultura, aumentano la qualità della vita e l’attrattività dei territori. Tutto ciò determina un equilibrio di rapporti tra le diverse zone di un territorio e le interconnessioni sistemiche dei diversi settori funzionali ed operativi dell’area complessa che si determina.

Anche a livello nazionale si richiede una visione strategica per lo sviluppo, la tutela e il rilancio strutturale dei territori, una rinnovata presenza dello Stato e degli enti pubblici nei settori strategici, per rendere meno dipendente la nazione dalla deregolamentazione sistematica operata dai grandi gruppi di interesse globali. Holding che si configurano sempre più come indipendenti decisori delle sorti di sviluppo e di abbandono di aree e interi settori economici, sotto la spinta di interessi legati da prese di beneficio e differenziali di costo del lavoro, del trasporto e della dotazione di servizi connessi, principalmente ad alta intensità tecnologica.

Sempre più assisteremo a concentrazioni di potere digitale e informativo, con molti settori dell’economia schiacciati e influenzati da algoritmi che decideranno i nostri gusti e i nostri consumi, veicolando le scelte e le decisioni.

Queste sfide richiedono e richiederanno quindi ai territori e a quello calabrese in particolare:   

  • Maggiore mobilità
  • Incremento continuo di servizi interconnessi
  • Sistemi di trasporto efficientati
  •  Maggiore sicurezza al loro interno
  • Ottimazione nella vivibilità e accessibilità dei luoghi
  • Formazione, informazione e analisi dei dati costanti

Grandi temi investono la gestione politica delle nostre aree, sfide che oggi, più che mai, investono la pianificazione del territorio in rapporto alla sua dimensionalità, al complesso delle sue multifunzioni e alle sue interrelazioni globali.

  • Il tema dell’Area vasta come obbiettivo di una nuova rappresentazione sociale e amministrativa, all’interno della cornice di una maggiore funzionalità del decentramento amministrativo dei territori e una più efficace gestione del paesaggio.
  • Il difficile equilibrio tra consumo del suolo e la sua trasformazione sotto le interazioni antropiche e la tutela e preservazione delle superfici agricole, naturali e seminaturali.
  • La rigenerazione urbana, attraverso la riqualificazione di quartieri e o sue parti, la valorizzazione del tessuto urbano e dei centri storici intesi non più come parti a sé stanti ma come parte identitaria di una realtà allargata alla città contemporanea, la rigenerazione delle aree dismesse secondo criteri di nuove funzionalità adattive.
  • Il problema delle aree marginali e intermedie, sempre più penalizzate dall’incremento di servizi e interconnessioni digitali dei centri maggiormente attivi nelle strategie di rete, nella dotazione finanziaria e nelle politiche pubbliche/privato dal forte connotato tecnologico.
  • Il recupero dell’edilizia rurale come recupero di valori architettonici, ambientali, culturali del territorio, la   tutela e la valorizzazione delle aree archeologiche e degli spazi concettuali di contorno per la fruizione e i servizi dedicati; ma anche la fruizione dei beni storici monumentali all’interno di contesti urbanizzati e caratterizzati da più o meno grandi flussi turistici, con i suoi impatti sul delicato ecosistema cittadino in senso lato.

 Il rischio idrogeologico, il rischio sismico e l’analisi della correlazione tra fattori antropici e fattori naturali pongono nella nostra regione, poi, problemi su una scala dimensionale elevata, tanto più se rapportati con la necessità di dotare un territorio fragile, come quello calabrese, di sistemi di trasporto intermodali e collegamenti viari capillari all’interno di una cornice di prevenzione e mitigazione del rischio. Questo per citare le maggiori criticità della nostra Regione, ma anche le più grandi sfide del futuro, per ridisegnare il paesaggio secondo criteri di tutela e sviluppo, di sostenibilità e progresso.

Roberto Bevacqua

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